1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
E' una vocazione innata, che ben presto è diventata un piacere. A scuola il giorno del tema in classe d'italiano era come un giorno di festa ed ero impaziente di conoscere l'argomento da trattare. Naturalmente i consensi che ricevevo mi gratificavano e mi stimolavano a coltivare la dote innata. Nello scritto esprimo me stesso; forse divento ancora più sincero, incisivo, coraggioso e spiritoso di quanto non sia parlando. Lo scritto ha l'enorme pregio di poter essere riletto, aggiustato, modificato.
«Era la fine del 1955 quando Marta Giannetto, una ragazza di vent’anni appartenente a una famiglia della “Ragusa bene”, uscì dalla porta di un laboratorio di analisi cliniche con in mano una busta contenente il risultato del test di gravidanza al quale si era sottoposta a seguito di un ritardo del suo ciclo mestruale e ad alcuni disturbi che il suo medico aveva giudicato poter essere imputabili, appunto, ad una gravidanza.»